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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

Siamo tutti fascisti?

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Prima vennero...

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Non avrei mai pensato di ascoltare simili parole da parte di un Ministro della Repubblica e mi fanno paura i commenti a suo sostegno, e allora ricordiamo per non dimenticare: "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare". Questa la versione originale: I versi originari di Martin Niemöller recitano: «Quando i nazisti presero i comunisti,/ io non dissi nulla/ perché non ero comunista./ Quando rinchiusero i socialdemocratici/ io non dissi nulla/ perché non ero socialdemocratico./ Quando presero i sindacalisti,/ io non dissi nulla/ perché non ero sindacalista./ Poi presero gli ebrei,/ e io non dissi nulla/ pe

ILARIA ALPI E LA SUA MAMMA

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Ricordo quella sera del 20 marzo. Ricordo gli anni a seguire: il dolore di due genitori, le piste da seguire e le non verità. Posto questa foto con il rammarico che non c'è stata giustizia, così come per tanti altri italiani vittime innocenti.

Il mare rosa - Capodanno

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La stanchezza piena e assordante. Il respiro affannato. La ricerca di un rifugio. Cercavi spaurito una dimora dove nascondere i soldi, la pistola, te stesso. Erano centinaia, migliaia di banconote.  Avevi raggiunto un obiettivo e iniziavi a spendere quei soldi.In un’altra città, poco distante. Pianificavi la fuga, non senza complicazioni.  Per Natale avevi comprato un regalo per me e uno per tua nonna. Non vedevi l’ora di assaggiare i cardi, così come li cucinava lei.  Il freddo non era pungente, con le scarpe e i vestiti invernali si sopportava. Quanto tempo saresti potuto rimanere? Non c’erano sospetti. Non abbiamo mai parlato di quello che avevi fatto, ne’ del tuo lavoro. Pulivi la pistola...  ti era mancata...  sentivo il bisogno di vomitare... uscivo a prendere aria  "Chiudi, vuoi che ci vedano... ti ho detto e ti ripeto che le finestre e le  tapparelle devono stare chiuse". Era Capodanno, e noi festeggiavamo così. @ Viola Bonifacio

Le notti buie della Repubblica- 2

 La Strage di Piazza Fontana La storia giudiziaria della strage di Piazza Fontana rappresenta sul versante terrorismo, quello che il golpe Borghese rappresenta sul versante dell'eversione: I fatti: «Il 12 dicembre del 1969 cade di venerdì. A Milano, per tutta la notte è piovuto. Il tempo si manterrà incerto fino a sera. È giorno di mercato. La sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura, in piazza Fontana, è colma di clienti venuti soprattutto dalla provincia. Gli altri istituti di credito hanno chiuso alle 16,30; qui gli sportelli restano aperti più a lungo». L'esplosione avvenne alle 16:37, quando nel grande salone dal tetto a cupola scoppiò un ordigno contenente 7 chili di tritolo, uccidendo 17 persone (13 sul colpo) e ferendone altre 87, la diciassettesima vittima morì un anno dopo per problemi di salute legati all'esplosione. Una seconda bomba fu rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala. La borsa fu rec

Liliana Segre: fino a quando la sua stella brillerà

Liliana Segre è senatrice a vita, una senatrice testimone di una storia di odio che sembrava infinito, che è stato sconfitto ma che rischia di ripresentarsi ancora forte. Sopravvissuta ai campi di concentramento, ha voluto prendere per la prima volta la parola in aula per l'insediamento del nuovo governo (forse il primo della terza repubblica) "Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghi senatori, prendendo la parola per la prima volta in quest'Aula non possa fare a meno di rivolgere innanzitutto un ringraziamento al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha deciso di ricordare l'ottantesimo anniversario dell'emanazione delle leggi razziali, razziste, del 1938 facendo una scelta sorprendente: nominando quale senatrice a vita una vecchia signora, una persona tra le pochissime ancora viventi in Italia che porta sul braccio il numero di Auschwitz. (L'Assemblea si leva in piedi. Vivi e prolungati applausi). Porta sul bracci

RIACE E ROSARNO, PERCHE?

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Riace e Rosarno, costa jonica l’uno, costa tirrenica l’altro. Riace, un piccolo comune noto per i Bronzi e per l’accoglienza. Rosarno, 10 volte più grande per numero di abitanti, dal 2010 le cronache riportano gravi fatti di intolleranza di stampo razzista legati a questo comune. Riace dal 1998 ha un progetto di ripopolamento nato dando asilo a 200 profughi. Una domanda: perché? Perché a Rosarno qualcuno si diverte a sparare addosso agli uomini che lavorano per pochi euro al giorno e vivono tra i detriti e le lamiere? Basta leggere alcune inchieste giornalistiche, di cui, qualche riga sotto, riporto i link, per capire le condizioni di vita disumane di questi schiavi e di queste schiave dei nostri giorni. Io scrivo e ho in mente Rosarno nell’estate del 2010. C’ero voluta andare appositamente. Sembrava così surreale, la distesa della Piana, il Porto di Gioia Tauro e in fondo il mare, e le lamiere. Amo molto gli aranceti, e il proprietario di un campo mi disse che lui l