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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

L'AMORE E' SEMPRE NUOVO - PAULO COHELO

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Mi sono messa a immaginare come mi sarebbe piaciuto vivere quel momento. Mi sarebbe piaciuto essere piena di gioia, curiosa, felice. Vivere intensamente ogni istante, dissetarmi con l'acqua della vita. Avere di nuovo fiducia nei sogni. Essere capace di lottare per ciò che desideravo. Avere un uomo che mi amava. Si, era davvero questa la donna che avrei voluto essere e che, all'improvviso, compariva e si trasformava in me. Ho sentito la mia anima inondata della luce di un Dio, o di una Dea, in cui non credevo più. E ho percepito che, in quel momento, l'Altra abbandonava il mio corpo e si sedeva in un angolo della piccola camera. Io guardavo la donna che ero stata sino ad allora: era debole, ma fingeva di essere forte. Aveva paura di tutto, ma diceva a se stessa che non si trattava di paura, bensì della saggezza di chi conosce la realtà. Costruiva pareti intorno alle finestre da cui penetrava la gioia del sole, affinché i suoi mobili non si sbiadissero. Ho vist

SE LA TERRA TREMA

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Se la terra trema Malamente il disumano organizza È l'equilibrio dei pesci senz'acqua: lenta, sottile, ostinata ipocrisia. Un mondo che ciarla di voli e di stelle, coi piedi incatenati alla terra e narra di mari e viaggi e favella costretto al timore del più remoto molo da cui nemmeno si distacca per una mano, almeno, soltanto. È la pasta tonta dei nostri sorrisi, lo scarto di una parabola morta lo scoppio tenero dentro i visi l’inquietudine: la sillaba storta. La città non va più da nessuna parte mentre l'angoscia estiva del meriggio esplode uno sgomento di poesia senza voce dove la vita dilata i volti per la cieca immobilità di larva di quanti camminano senza dove nelle viscere di quest'animale ferito che continuiamo a chiamare città e intanto la terra trema trema senza nessuna pietà Forse davanti a questo motore cieco si accende da solo il cuore dell’umanità. Non c’è altra virtù non c’è uno scandalo da scoprire alla tivù ©Gabriel

ADDIO AI MONTI

Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade

PADRI

I padri si svegliano presto la mattina. Alle 6 e mezza preparano piano il caffè, riscaldano il latte, non troppo perché alle ragazzine in genere non piace bollente. I biscotti, quelli leggeri, e la nutella, tanto lei è così magra. Troppo, dovrebbe mettere qualche chilo in più, ma guai a dirglielo ad una ragazza….il pullman per Brindisi parte presto, la parte più dura è la sveglia. Ogni mattina i padri cercano le parole migliori da mescolare a quel profumo. La delicatezza di chi ha paura di strapparle ad un sogno, la scorza fintamente dura di chi ricorda di aver fatto il militare. Appostati vicino al bagno i padri aspettano pazienti che trascorrano i minuti di colloquio con lo specchio, le ragazze hanno mille domande da fare. Lo specchio le guarda sorridendo, hanno un tale infinito futuro davanti che non si prende la briga di rispondere loro, avranno tutto il tempo. Alla madrespetta sempre il bacio più forte, e l’abbraccio, al padre una carezza veloce, che ogni mattina lo lascia con

PARIGI E' LI'

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Immaginavo che sarebbe successo. Non potevo conoscere il momento preciso, ma prima di partire ci avevo pensato. I pochi soldi per il viaggio, il momento sbagliato, la mia poca salute: non volevo arrivare a Parigi per la prima volta così, senza di te! La promessa spezzata, il destino crudele e inesorabile. L'avevo sognato e aspettato quel momento, spiato da quella foto che conservo gelosamente da quasi quarant'anni. Non ho potuto trattenere le lacrime quando a Piazza della Concordia ho incontrato quel signore siciliano. Aveva cancellato le foto per sbaglio, mi ha chiesto di fargliene qualcuna per ricordo. Il ricordo del suo primo viaggio fuori dall'Italia, arrivato lì ad accompagnare la figlia, studentessa in erasmus. Come non pensare a te? Al tuo amore per Parigi e al nostro primo viaggio, mai arrivato. C'eri quel giorno, ho potuto sentie i tuoi passi dietro i miei, ho potuto respirare il tuo profumo e la tua presenza silente. Te ne sei andato un giorno di maggio