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Visualizzazione dei post da 2018

Figli, Crepet spiega: «Senza i "no" non si cresce, educare è una fatica»

Una interessante intervista di febbraio scorso a Crepet. Non condivido le sue affermazioni in pieno. Parto da questa, che mi piace, " «È una generazione che non conosce i sogni perché non sono state insegnate le passioni»" Ok, chi dovrebbe insegnare le ha avute? parlo per me, nata negli anni 70 e cresciuta negli anni 80...qual era l'offerta? tv spazzatura, fine delle lotte sociali, raccomandazioni per ogni cosa, un paese che ha iniziato una lenta e profonda discesa verso il basso. Abbiamo avuto 20 anni di MR B e tutto il resto. Cosa insegno alle mie figlie: tutto ciò che posso. Il rispetto per la natura e tutti gli esseri viventi, l'amore per la bellezza, e ci provo anche dei valori. E' facile? per niente... le ho portate tre volte a Leolandia. Bellissimo parco, ma tutto finto e quest'anno niente, solo campagna animali e tutto ciò che è natura. Risultato: non mi hanno chiesto più di andare a Leolandia. Altra cosa: portarle in campagna non è gratis...in effetti

AMORE A PRIMA VISTA

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Sono entrambi convinti che un sentimento improvviso li unì. E’ bella una tale certezza ma l’incertezza è più bella. Non conoscendosi prima, credono che non sia mai successo nulla fra loro. Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi dove da tempo potevano incrociarsi? Vorrei chiedere loro se non ricordano – una volta un faccia a faccia forse in una porta girevole? uno “scusi” nella ressa? un “ha sbagliato numero” nella cornetta? – ma conosco la risposta. No, non ricordano. Li stupirebbe molto sapere che già da parecchio il caso stava giocando con loro. Non ancora del tutto pronto a mutarsi per loro in destino, li avvicinava, li allontanava, gli tagliava la strada e soffocando un risolino si scansava con un salto. Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa o il martedì scorso una fogliolina volò via da una spalla all’altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Chissà, era forse la palla tra i cespugli dell’infanzia? Vi furono maniglie e campanell

Che i comunisti mangino i bambini, è una leggenda

Che i leghisti li facciano annegare, no. 99 Posse ********************************************************************************* Io vorrei che questo strazio finisse, che lo capissero che è inutile sperare di trovare in Italia quello che nel loro paese non hanno. Forse hanno paura di perdere la vita li e la perdono qui... non sanno, non sanno che qui e’ tutto perso da molto molto tempo... siamo un paese povero... abbiamo perso l’umanità e adesso viene legittimato quello che per decenni il nostro popolo cova... rabbia, rancore, razzismo, tutti i sentimenti più vili e vigliacchi xké non riusciamo a prendercela con chi davvero ci danneggia e infieriamo su chi non ha nulla @Viola Bonifacio

INTERVISTA A PERTINI DI ORIANA FALLACI

Riporto qui di seguito la bella e lunga intervista che Oriana Fallaci fece a Pertini. Nessuno più racconta cosa è stato veramente il fascismo e questo è un male perché così è venuta meno quella cultura antifascista che costruisce i veri anticorpi contro il fascismo. Da «L'Europeo», 27 dicembre 1973 Roma, dicembre 1973 L’uomo non ha bisogno di presentazioni. Si sa tutto su Sandro Pertini, presidente della Camera. Si conosce il suo bel passato di antifascista condannato all’ergastolo e a morte, il suo bel presente di socialista privo di fanatismi e di dogmi, il suo coraggio, la sua onestà, la sua dignità, la sua lingua lunga. Nessun segreto da svelare su questo gran signore che della libertà ha fatto la sua religione, della disubbidienza il suo sistema di vita, del buon gusto la sua legge. Nessuna scoperta da annunciare su questo gran vecchio dilaniato dalle dolcezze e dai furori, collerico, impertinente, elegante di dentro e di fuori, con quelle giacche sempre impeccabili, quei

NEOFASCISTI A MILANO - DISTRUTTA LA LAPIDE DELLA PARTIGIANA LIA

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Pochi giorni fa è stata distrutta a Milano, nel quartiere Niguarda, la lapide di Gina Galeotti Bianchi, la partigiana Lia. Eco un suo breve ritratto: Nata a Mantova il 4 aprile 1913, caduta a Milano il 24 aprile 1945, ragioniera. Lia, questo il "nome di battaglia" di Gina Galeotti Bianchi, è morta, dopo anni di lotta contro il fascismo, proprio nei giorni della Liberazione di Milano. Pur incinta di otto mesi, "Lia" si stava recando all'ospedale di Niguarda dove doveva  incontrare alcuni partigiani feriti, lì ricoverati sotto false generalità.  Fu falciata da una raffica di mitra, sparata da un camion carico di soldati tedeschi in fuga e  incappati in un posto di blocco partigiano.  Gina Galeotti Bianchi aveva cominciato giovanissima, diciassette anni prima,  la sua attività antifascista.  Nel 1943 era stata arrestata e deferita al Tribunale Speciale per essere stata  tra gli organizzatori a Milano degli scioperi del marzo contro la guerra. 

POPOLO CREDULONE DI BUFALE IGNOBILI

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Io credo davvero che non sia ammissibile utilizzare i bambini, le immagini dei bambini morti per tirare l'acqua al proprio mulino. I bambini dovrebbero solo essere felici...e invece muoiono per guerre inutili e disperate. Muoiono in guerra e per scappare dalla guerra o dalla fame. Vestiti di rosso il 7 luglio, come erano vestiti loro e prima di condividere una notizia chiediti se è vera!!! e complimenti a tutti quelli che hanno creduto che ci fosse una invasione di uomini pronti ad invaderci...al concerto dei Pink Floyd Verificare verificare prima https://www.internazionale.it/reportage/annalisa-camilli/2018/06/18/immigrazione-luoghi-comuni-italia

#BERSANI# #LA SINISTRA CHE CI VORREBBE#

Una bellissima riflessione di Pierluigi Bersani: L'intervento del leader di Liberi e Uguali: "È tempo di costruire un’alternativa comune. Servono anche passi indietro, comincio io" Basterebbe solo essere davvero di sinistra, la più grande sconfitta e’ di carattere sociale e culturale. Abbiamo favorito la crescita di mostri, di persone spietate e cattive, raccogliamo i frutti di una politica scellerata che ha diviso invece di unire, ha favorito i pochi invece dei molti, ha creato disuguaglianze e ha fatto stare peggio tutti. Ha distrutto sanità e scuola pubblica. Certo non solo la sinistra ha fatto tutto ciò, ma nulla di concreto ha fatto X opporsi a Mr B. Questa volta e’ finita davvero... caro pigi, oltre che la mucca nel corridoio ci siamo ritrovati i dinosauri in giardino.

LE DONNE DELLA COSTITUENTE- RAI STORIA

Alla fine della seconda guerra mondiale, le italiane – in particolar modo quelle che hanno lottato nella resistenza – chiedono di poter partecipare attivamente alla rinascita politica della nazione. Ottengono così il diritto di farsi eleggere, al pari degli uomini. Nel 1946, 21 donne vengono elette nell’Assemblea Costituente, e tra loro anche quattro deputate che entrano a far parte alla Commissione dei 75, incaricata di redigere la nuova costituzione. Un periodo decisivo della Storia italiana che la professoressa Patrizia Gabrielli rilegge con Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura. Col contributo delle donne presenti all’Assemblea Costituente viene formalmente sancito nella Costituzione il principio di uguaglianza tra i sessi. Traguardi importanti ma non decisivi, che rappresentano solo la prima tappa di un lungo percorso verso il riconoscimento di una sostanziale parità, tanto nelle istituzioni q uanto in famiglia e nel lavoro. Clicca qui per vedere la

“Scorbutico vecchio”

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Che cosa vedi infermiere? Cosa vedi? A cosa stai pensando … quando mi guardi? Vedi un uomo vecchio, irritabile … non molto saggio, dalle abitudini incerte … con gli occhi lontani? Che dribbla con il cibo … e non da alcuna risposta. ..e che quando provi a dirgli a voce alta : ..”almeno assaggia” ! Sembra nulla gli importi di quello che fai per lui.. Uno che perde sempre il calzino o la scarpa.. ..che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui.. per fargli il bagno, per alimentarlo… e la giornata diviene lunga .. Ma cosa stai pensando?.. E cosa vedi ?? .. Apri gli occhi infermiera !!.. perchè tu non sembri davvero interessata a me.. Ora ti dirò chi sono.. mentre me ne stò ancora seduto quì a ricevere le tue attenzioni… lasciandomi imboccare per compiacerti. Ho accettato l’offerta di nascere … e ho mangiato secondo il loro piacimento. “Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre ed una madre, Fratelli e sorelle che si voglion bene .. Sono un ragazzo di

Di rosso vestiti...7/07/2018

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“Di rosso era vestito il piccolo Alan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche – scrive don Luigi Ciotti, presidente di Libera – Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori“. Iniziativa 7 luglio 2018 In un momento in cui tutto sembra perduto è necessario unirsi e creare un argine a tanta barbarie. L'indifferenza non è giustificabile, MAI.

Siamo tutti fascisti?

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Prima vennero...

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Non avrei mai pensato di ascoltare simili parole da parte di un Ministro della Repubblica e mi fanno paura i commenti a suo sostegno, e allora ricordiamo per non dimenticare: "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare". Questa la versione originale: I versi originari di Martin Niemöller recitano: «Quando i nazisti presero i comunisti,/ io non dissi nulla/ perché non ero comunista./ Quando rinchiusero i socialdemocratici/ io non dissi nulla/ perché non ero socialdemocratico./ Quando presero i sindacalisti,/ io non dissi nulla/ perché non ero sindacalista./ Poi presero gli ebrei,/ e io non dissi nulla/ pe

ILARIA ALPI E LA SUA MAMMA

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Ricordo quella sera del 20 marzo. Ricordo gli anni a seguire: il dolore di due genitori, le piste da seguire e le non verità. Posto questa foto con il rammarico che non c'è stata giustizia, così come per tanti altri italiani vittime innocenti.

Il mare rosa - Capodanno

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La stanchezza piena e assordante. Il respiro affannato. La ricerca di un rifugio. Cercavi spaurito una dimora dove nascondere i soldi, la pistola, te stesso. Erano centinaia, migliaia di banconote.  Avevi raggiunto un obiettivo e iniziavi a spendere quei soldi.In un’altra città, poco distante. Pianificavi la fuga, non senza complicazioni.  Per Natale avevi comprato un regalo per me e uno per tua nonna. Non vedevi l’ora di assaggiare i cardi, così come li cucinava lei.  Il freddo non era pungente, con le scarpe e i vestiti invernali si sopportava. Quanto tempo saresti potuto rimanere? Non c’erano sospetti. Non abbiamo mai parlato di quello che avevi fatto, ne’ del tuo lavoro. Pulivi la pistola...  ti era mancata...  sentivo il bisogno di vomitare... uscivo a prendere aria  "Chiudi, vuoi che ci vedano... ti ho detto e ti ripeto che le finestre e le  tapparelle devono stare chiuse". Era Capodanno, e noi festeggiavamo così. @ Viola Bonifacio

Le notti buie della Repubblica- 2

 La Strage di Piazza Fontana La storia giudiziaria della strage di Piazza Fontana rappresenta sul versante terrorismo, quello che il golpe Borghese rappresenta sul versante dell'eversione: I fatti: «Il 12 dicembre del 1969 cade di venerdì. A Milano, per tutta la notte è piovuto. Il tempo si manterrà incerto fino a sera. È giorno di mercato. La sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura, in piazza Fontana, è colma di clienti venuti soprattutto dalla provincia. Gli altri istituti di credito hanno chiuso alle 16,30; qui gli sportelli restano aperti più a lungo». L'esplosione avvenne alle 16:37, quando nel grande salone dal tetto a cupola scoppiò un ordigno contenente 7 chili di tritolo, uccidendo 17 persone (13 sul colpo) e ferendone altre 87, la diciassettesima vittima morì un anno dopo per problemi di salute legati all'esplosione. Una seconda bomba fu rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala. La borsa fu rec

Liliana Segre: fino a quando la sua stella brillerà

Liliana Segre è senatrice a vita, una senatrice testimone di una storia di odio che sembrava infinito, che è stato sconfitto ma che rischia di ripresentarsi ancora forte. Sopravvissuta ai campi di concentramento, ha voluto prendere per la prima volta la parola in aula per l'insediamento del nuovo governo (forse il primo della terza repubblica) "Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghi senatori, prendendo la parola per la prima volta in quest'Aula non possa fare a meno di rivolgere innanzitutto un ringraziamento al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha deciso di ricordare l'ottantesimo anniversario dell'emanazione delle leggi razziali, razziste, del 1938 facendo una scelta sorprendente: nominando quale senatrice a vita una vecchia signora, una persona tra le pochissime ancora viventi in Italia che porta sul braccio il numero di Auschwitz. (L'Assemblea si leva in piedi. Vivi e prolungati applausi). Porta sul bracci