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Visualizzazione dei post da 2012

FRATELLO SOLE SORELLA LUNA

Dolce sentire come nel mio cuore, ora umilmente, sta nascendo amore. Dolce capire che non son piu' solo ma che son parte di una immensa vita, che generosa risplende intorno a me: dono di Lui del suo immenso amore. Ci ha dato il cielo e le chiare stelle fratello sole e sorella luna; la madre terra con frutti, prati e fiori il fuoco, il vento, l'aria e l'acqua pura fonte di vita, per le sue creature dono di Lui del suo immenso amore dono di Lui del suo immenso amore. del suo immenso amore.

MIO FIGLIO MASSACRATO DALLO STATO

di Patrizia Aldrovandi Cari amici, i poliziotti condannati per aver picchiato e ucciso mio figlio 18enne Federico Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio. C'è un solo modo per evitare ad altre madri quello che ho dovuto soffrire io: adottare in Italia una legge contro la tortura. La morte di mio figlio non è un'eccezione: diversi abusi e omicidi commessi dalle forze dell'ordine rimangono impuniti. Ma finalmente possiamo fare qualcosa: alcuni parlamentari si sono uniti al mio appello disperato e hanno chiesto di adottare subito una legge contro la tortura che punirebbe i poliziotti che si macchiano di questi crimini. Per portare a casa il risultato però hanno bisogno di tutti noi. Oggi è il compleanno di mio figlio e vorrei onorare la sua memoria con il vostro aiuto: insieme possiamo superare le vergognose resistenze ai vertici delle forze dell'ordine e battere gli oppositori che faranno di tutto per affossare la proposta. Ma dobbiamo farlo prima ch

IL SILENZIO COLPEVOLE DEI NOSTRI OCCHI

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Che un gommone pieno zeppo di esseri umani possa attraversare senza essere visto le poche centinaia di miglia marine che dividono la Tunisia dall’Italia, essere poi ricacciato indietro dai venti, che soffiano come un “respingimento”, e infine restare alla deriva per tanti giorni mentre muoiono tutti, uno ad uno, fino a cinquantaquattro… suona come un’enorme bugia: insostenibile menzogna di noi che stiamo a guardare senza voler vedere. In un pianeta dove i satelliti individuano isole grandi come francobolli o insediamenti militari da bombardare e dove telecamere posizionate ovunque possono contarti anche i peli del culo… In un pianeta dove i mari vengono solcati e inquinati da milioni di navi, traghetti, aliscafi, pescherecci e petroliere che trasportano e nutrono e fanno vivere noi benestanti turisti del mondo… è una enorme bugia che una imbarcazione che naviga per quindici giorni non venga avvistata; mentre su di essa e nel mare intorno, esseri umani muoiono a decine, dopo la tortura

IL TENERO TORMENTO DI SWANN E ODETTE...

di Giovanni Raboni "Il tenero tormento di Swann e Odette. La gelosia secondo Proust." L' incontro tra il raffinato gentiluomo e la spregiudicata «cocotte» Ho fatto i conti: sono esattamente cinquant' anni che ho incontrato Charles Swann e Odette de Crécy e la storia del loro amore. Impossibile sbagliarsi: era l' estate del 1950, avevo appena superato l' esame di maturità liceale e mio padre - sicuro, nella sottigliezza del suo affetto, di non potermi fare regalo più gradito - mi fece trovare a casa la Recherche di Proust nell' edizione Gallimard in quindici volumi, indimenticabile anche per chi, come me, ha avuto poi lungamente a che fare con i tre grossi tomi rilegati dell' edizione Clarac-Ferré e, più tardi, con i quattro ancora più grossi dell' edizione Tadié. I libri - lo dico, in particolare, per chi è convinto che un giorno o l' altro si potrà farne a meno - non hanno solo un' anima, ma anche un corpo; e ogni volta che penso ai

FEMMINICIDIO, LA SPOON RIVER DELLE DONNE

Nel nostro Paese, dall'inizio dell'anno, sono state uccise 55 donne. Dai loro compagni o mariti, dai loro ex o da amanti respinti. Sono ragazzine e adulte, italiane e straniere. Mentre il comitato "Se non ora quando" ha fatto un appello e ha già raccolto 25mila firme contro la violenza maschile, ecco alcune delle loro storie tragiche raccontate da scrittrici e scrittori. di Adriano Sofri, da Repubblica, 3 maggio 2012 Femminicidio (o, peggio, "femmicidio") non è una bella parola: ma il fatto è infame, e del suo orrore fa parte la rinuncia antica a dargli un nome proprio. Le donne ammazzate perché sono donne, e gli uomini che ammazzano donne, sono altra cosa dal nome generico, e che vuole apparire neutro, di omicidio. E l'altra cosa non è un'attenuante, ma un'aggravante: non un incidente dell'amore, ma il suo rovescio e la sua profanazione. E anche il suo svelamento, quando amore sia il possesso e la rapina dell'altra persona. Le cifre

SUPERMARIO E LA SUA MAMMA

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Questa foto rappresenta com'è realmente l'Italia di oggi, nonostante i più credano che un bambino nato in Italia, ma non da genitori italiani, non sia italiano.... ...e infatti Mario Balotelli non era italiano fino al compimento dei suoi 18 anni... ...eppure questo ragazzo ha portato la nostra nazionale in finale...è italiano, orgoglioso di esserlo... ...e noi quando potremo dirci orgogliosi di avere raggiunto un grado di civiltà tale per cui si concede la cittadinanza a chi nasce in Italia come un diritto acquisito? Questa foto, aldilà di ogni considerazione politica o sportiva, è meravigliosa.

LA LETTERA. SETA. A. BARICCO

Mio sisgnore amato, non aver paura, non muoverti, resta in silenzio, nessuno ci vedrà. Rimani così, ti voglio guardare, io ti ho guardato tanto ma non eri per me, adesso sei per me, non avvicinarti, ti prego, resta come sei, abbiamo una notte per noi, e io voglio guardarti, non ti ho mai visto così, il tuo corpo per me, la tua pelle, chiudi gli occhi, e accarézzati, ti prego, non aprire gli occhi se puoi, e accarézzati, sono così belle le tue mani, le ho sognate tante volte adesso le voglio vedere, mi piace vederle sulla tua pelle, così, ti prego continua, non aprire gli occhi, io sono qui, nessuno ci può vedere e io sono vicina a te, accarézzati signore amato mio, accarezza il tuo sesso, ti prego, piano, è bella la tua mano sul tuo sesso, non smettere, a me piace guardarla e guardarti, signore amato mio, non aprire gli occhi, non ancora, non devi aver paura son vicina a te, mi senti? sono qui, ti posso sfiorare, è seta questa, la senti? è la seta del mio vestito, non aprire g

DA "LETTERA A UN BABINO MAI NATO"

Bambino io sto cercando di spiegarti che essere uomo non significa avere una coda davanti,significa essere una persona.E anzitutto a me interessa che tu sia una persona,persona è una parola stupenda,perchè non pone limiti a un uomo e una donna,non traccia frontiere tra chi ha la coda e chi non c’è l’ha.Il cuore e il cervello, non hanno sesso. Nemmeno il comportamento. Se sarai una persona di cuore e di cervello, ricordalo, io non starò certo tra quelli che ti ingiungeranno, di comportarti in un modo o nell’altro in quanto maschio o femmina.Ti chiedero solo di sfruttare bene il miracolo d’essere nato,e di non cedere mai alla viltà.È una bestia che sta sempre in agguato,la viltà,in nome della prudenza,in nome della convenienza,a volte della saggezza.Non dovrai evitare il rischio,mai,anche se la paura ti frena.Venire al mondo è già un rischio,quello di pentirsi poi d’esserci venuti. Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato

PAURA D'AMARE

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La paura, è uno dei grandi deterrenti dell'amore. A volte ha il potere di renderci tutti codardi. Ci induce ad imbocccare il cammino più sicuro, a eludere il nostro impegno, a nasconderci a noi stessi e agli altri. In quel nostro paradiso del sicuro quieto vivere, noi ci isoliamo escludendoci da tutto ciò che dà gioia e significato alla nostra vita. Affrontare le nostre paure, non significa sottrarci a ogni coinvolgimento emotivo e nemmeno rivestire una dura corazza esterna per renderci inattaccabili dalla sofferenza. Per contro, consentire alla paura di determinare il corso della nostra esistenza, significa porgere l'orecchio a una soltanto delle nostre voci interne. Altre meritano di essere ascoltate. Una di queste dice che la paura più terribile, è quella di condurre una vita defraudata dell'amore. Quando l'amore esiste, ed è dotato di forza sufficiente, paura, apprensione, disinganno, si riducono a nullità. Leo Buscaglia  liberamente tratto da Nat

COME GIOIE IN UN ADDIO

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E così mi sono ritrovata alla fine della strada, senza via d'uscita. L'avevo visto il cartello quando mi apprestai a imboccarla, tanto tempo fa. Adesso sono qui. Non c'è più nulla. Un pò di campagna, le ultime due case, il coccodè di qualche gallina dimenticata, come me. Sto seduta su quel pò che rimane di una antica gebbia e aspetto. Potrei tornare indietro, forse dovrei. Ma sono stanca, sudata, assetata. I miei capelli sono arruffati dal vento e dalla polvere. Potrei bussare alla porta di una delle due case. Magari qualcuno mi elemosinerebbe del'acqua e un pò di ascolto. Rimango a ricordare quel giorno di fine luglio. Ricordo gioia, felicità, ebbrezza e nessuna consapevolezza. Oggi c'è il vago ricordo di una estate e niente più. Troppo poco il niente per giustificare le attese, le fermate obbligate davanti ai rami che crescono aggrovigliati. La neve dell'inverno non ha gelato il mio cuore, adesso c'è la primavera e fra l egemme che nascono n

COME JEKYLL E HYDE

Buffet a margine di una presentazione milanese. Un’amica mi presenta una signora. Bella, elegante. Si chiacchiera, parliamo di figli. Lei ne ha due, maschi, un adolescente e uno sulla ventina. E’ separata, i ragazzi stanno con lei. Dice che sono molto prepotenti. La insultano, si “fanno sotto” fisicamente. “Il grande” mi dice “è un omone. Non riesco a tenerlo”. Si è separata dal marito per la sua prepotenza, e ora rischia di ritrovarsi sulla stessa barca. Un’altra signora, professionista, anche lei ottima borghesia. Racconta qualcosa di simile. Figli, mariti con una faccia in piazza e una in casa: “Se lo dici non ti credono: ma come, un uomo così gentile, così raffinato, così corretto? Ragazzi così perbene, è un piacere averci a che fare?”. Come Jekyll e Hyde. No, non lo diresti mai. Non si arriva al dramma. Niente botte, niente occhi neri e ossa rotte. Che cosa fai, denunci tuo figlio perché ti insulta, perché ti odia, perché prende per i polsi e ti sbatte contro il muro? Ma il p

STASERA HO CERCATO LA LUNA NEL CIELO

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Tramontata è la luna, con le Pleiadi, a mezzo è la notte e il tempo passa e io giaccio sola. Fr.94 Saffo Chissà cosa sogni. Ho voglia di baciarti. Che fai? Dormi? Non devi andare via. Ti ho scelto. Non importa quello che pensi. Ho deciso io. Voglio stringerti, ho paura di perderti, ho bisogno di sapere che ci sei. Ti prego rimani. Parla. Ho voglia di sentire la tua voce perché fa vibrare i nostri corpi. Non posso permettere che tu vada via, anche se non vuoi, anche se non mi vuoi, se non vuoi che io ti segua. Devo convincerti, devi rimanere. Se io non posso stare con te, tu vivrai felice senza di me, lo so, io vivrò, infelice, rubando attimi alla tua vita, di nascosto, immaginando i tuoi respiri. Perderò, perderò me ma adesso voglio ascoltarti. Ricordi quella città fredda e lontana? Ricordi il nostro primo sguardo? “Cos’è? Ti ho svegliato?” ”Che ore sono?” “E’ presto, se vuoi dormi ancora un po’.” “E tu?” “Sono ben sveglia ormai. Vado a preparare il caffè.” Ho voglia di baciart

ERI LA' DOVE SEMPRE TI ASPETTAVO....

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Ti ho attesa da sempre eri nel volto di ogni donna all'angolo di ogni via eri la sabbia che brucia la pelle il vento d'aprile la pioggia dell'ultimo dell'anno eri nei libri che ho comprato nei findus dei tempi neri nelle case che ho attraversato nelle cose che ho scritto e che ho strappate eri con me all'osteria e al supermarket nei giorni che la vita se ne andava e in quelli che, come il mare, tornava eri la luna una sonata per piano di schumann un occhio di lince la posidonia che tenera s'avvinghia le albe che venivano dopo l'insonnia eri sempre là dove t'aspettavo eri la pelle di cui non si può fare a meno eri nelle cose e dentro di me ti ho attesa da sempre Luther Blisset

I MESSAGGI

Vado tutti i giorni in riva al mare: ho imparato a decifrare i messaggi degli uomini. So di fogli, grigi o gialli, con grafie disperate... dentro bottiglie che non possono essere aperte dalle onde. Grida, gemiti alla deriva che giungeranno intatti fino al Baltico o al Mar del Giappone. A forza di trovarli tra la sabbia, provenienti da tutti i punti della terra, so riconoscere i quattro versi del languido, la sua richiesta d'aiuto rimata in strofe impeccabili. So distinguere le lacrime dozzinali con cui il grossolano sigilla il suo appello, le imprecazioni del violento e il tono freddo dell'orgoglioso. So riconoscere il messaggio del nostalgico: appone sempre ben chiari nome e data. L'abitudine a ricevere messaggi mi permette di affermare che dietro ogni cuore disegnato si nasconde un'anima di vergine, così come gli anziani disegnano orologi e gli adolescenti ghigliottine. Ci sono lunghi lamenti: appartengono al vanitoso, che descrive prolissamente le sue asp

L'AMORE E' SEMPRE NUOVO - PAULO COHELO

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Mi sono messa a immaginare come mi sarebbe piaciuto vivere quel momento. Mi sarebbe piaciuto essere piena di gioia, curiosa, felice. Vivere intensamente ogni istante, dissetarmi con l'acqua della vita. Avere di nuovo fiducia nei sogni. Essere capace di lottare per ciò che desideravo. Avere un uomo che mi amava. Si, era davvero questa la donna che avrei voluto essere e che, all'improvviso, compariva e si trasformava in me. Ho sentito la mia anima inondata della luce di un Dio, o di una Dea, in cui non credevo più. E ho percepito che, in quel momento, l'Altra abbandonava il mio corpo e si sedeva in un angolo della piccola camera. Io guardavo la donna che ero stata sino ad allora: era debole, ma fingeva di essere forte. Aveva paura di tutto, ma diceva a se stessa che non si trattava di paura, bensì della saggezza di chi conosce la realtà. Costruiva pareti intorno alle finestre da cui penetrava la gioia del sole, affinché i suoi mobili non si sbiadissero. Ho vist

SE LA TERRA TREMA

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Se la terra trema Malamente il disumano organizza È l'equilibrio dei pesci senz'acqua: lenta, sottile, ostinata ipocrisia. Un mondo che ciarla di voli e di stelle, coi piedi incatenati alla terra e narra di mari e viaggi e favella costretto al timore del più remoto molo da cui nemmeno si distacca per una mano, almeno, soltanto. È la pasta tonta dei nostri sorrisi, lo scarto di una parabola morta lo scoppio tenero dentro i visi l’inquietudine: la sillaba storta. La città non va più da nessuna parte mentre l'angoscia estiva del meriggio esplode uno sgomento di poesia senza voce dove la vita dilata i volti per la cieca immobilità di larva di quanti camminano senza dove nelle viscere di quest'animale ferito che continuiamo a chiamare città e intanto la terra trema trema senza nessuna pietà Forse davanti a questo motore cieco si accende da solo il cuore dell’umanità. Non c’è altra virtù non c’è uno scandalo da scoprire alla tivù ©Gabriel

ADDIO AI MONTI

Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade

PADRI

I padri si svegliano presto la mattina. Alle 6 e mezza preparano piano il caffè, riscaldano il latte, non troppo perché alle ragazzine in genere non piace bollente. I biscotti, quelli leggeri, e la nutella, tanto lei è così magra. Troppo, dovrebbe mettere qualche chilo in più, ma guai a dirglielo ad una ragazza….il pullman per Brindisi parte presto, la parte più dura è la sveglia. Ogni mattina i padri cercano le parole migliori da mescolare a quel profumo. La delicatezza di chi ha paura di strapparle ad un sogno, la scorza fintamente dura di chi ricorda di aver fatto il militare. Appostati vicino al bagno i padri aspettano pazienti che trascorrano i minuti di colloquio con lo specchio, le ragazze hanno mille domande da fare. Lo specchio le guarda sorridendo, hanno un tale infinito futuro davanti che non si prende la briga di rispondere loro, avranno tutto il tempo. Alla madrespetta sempre il bacio più forte, e l’abbraccio, al padre una carezza veloce, che ogni mattina lo lascia con

PARIGI E' LI'

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Immaginavo che sarebbe successo. Non potevo conoscere il momento preciso, ma prima di partire ci avevo pensato. I pochi soldi per il viaggio, il momento sbagliato, la mia poca salute: non volevo arrivare a Parigi per la prima volta così, senza di te! La promessa spezzata, il destino crudele e inesorabile. L'avevo sognato e aspettato quel momento, spiato da quella foto che conservo gelosamente da quasi quarant'anni. Non ho potuto trattenere le lacrime quando a Piazza della Concordia ho incontrato quel signore siciliano. Aveva cancellato le foto per sbaglio, mi ha chiesto di fargliene qualcuna per ricordo. Il ricordo del suo primo viaggio fuori dall'Italia, arrivato lì ad accompagnare la figlia, studentessa in erasmus. Come non pensare a te? Al tuo amore per Parigi e al nostro primo viaggio, mai arrivato. C'eri quel giorno, ho potuto sentie i tuoi passi dietro i miei, ho potuto respirare il tuo profumo e la tua presenza silente. Te ne sei andato un giorno di maggio