CORDE DA RAMI

Hai camminato a lungo, la notte ti attraeva, la luna piena illuminava il tuo mare. Hai pensato alla vita, ti sei perso dietro le solite riflessioni, ti sei fermato smettendo di pensare, svuotandoti da ogni pensiero. Avresti voluto essere felice, felice? No, hai preferito camminare, camminando fino all'alba, andando verso il polo Sud e ritorno. Ti sei guardato intorno, ti sei guardato dentro, hai scoperto la solitudine, hai scoperto di non avere mai vissuto veramente nel tuo modo di essere alternativo e giusto. Cosa voleva dire giusto, oltre quel tuo innato senso di giustizia, cos'era questa maledetta voglia di partire, di lasciare il mare. Il tuo mare. Giorgio e l'amore eterno, Giorgio troppo bambino, Giorgio l'intellettuale, Giorgio che insegna stancamente, senza crederci più. Giorgio e la politica. Un sorriso spento con un'espressione triste non voluta. Giorgio con il suo sogno: un'altra vita. L'altra vita, quella inventata, con i suoi personaggi inventanti, con le storie e gli alunni che le ascoltano. Stai ad ascoltarti dentro, ripensi a tutte quelle discussioni, alle parole che ti sono rimaste in gola. Ti conosco, so che stai dicendo "Non me ne frega niente". Giorgio e la gente che passa e che vestiti buffi e dove corrono. Il treno che passa troppo tardi o troppo presto, tu rimani fermo lì, a scrivere e raccontare. Oh! Torciglioni di capelli e candele affusolate, notte illuminata senza cielo e stelle. E’ nella stanza. Ali di uccello fosco cenere. Luce. E' disteso sul letto. Intensità di vento azzurro come mare. Anime fragili si confondono mentre l’equilibrio scivola lento sul muschio speziato dal profumo e dal torpore. L’atmosfera invade le membra e le ombre delle lampade si muovono dietro le tende mosse sulle piante. Scivola oltre la porta. Una, due, tre mandate di chiave sulla porta e via. Il cappello sugli occhi, la risata fino in fondo al cortile sull’ultima battuta scherzosa della serata. La bacia sulla guancia e le avvita intorno ai fianchi il suo braccio. Se fosse un fumatore accenderebbe una sigaretta davanti al silenzio di lei. “Vorrà dire che mi iscriverò in palestra.” sbotta. Con un gesto cavalleresco le apre lo sportello. Si infilano in macchina e accende la radio su una serata nebbiosa. “Non hai niente da dire?”. ”Vorrei essere già a casa.” A casa, sì a casa. Dimenticando le scuse inutili, a fare la lavatrice e preparare da mangiare per l’intera settimana. E’ domenica sera, il porticciolo è tranquillo, solo un gruppetto di uomini fa avanti e indietro tra i vicoletti di Chianalea.

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