Le notti buie della Repubblica- 2

 La Strage di Piazza Fontana

La storia giudiziaria della strage di Piazza Fontana rappresenta sul versante terrorismo, quello che il golpe Borghese rappresenta sul versante dell'eversione:

I fatti:
«Il 12 dicembre del 1969 cade di venerdì. A Milano, per tutta la notte è piovuto. Il tempo si manterrà incerto fino a sera. È giorno di mercato. La sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura, in piazza Fontana, è colma di clienti venuti soprattutto dalla provincia. Gli altri istituti di credito hanno chiuso alle 16,30; qui gli sportelli restano aperti più a lungo».
L'esplosione avvenne alle 16:37, quando nel grande salone dal tetto a cupola scoppiò un ordigno contenente 7 chili di tritolo, uccidendo 17 persone (13 sul colpo) e ferendone altre 87, la diciassettesima vittima morì un anno dopo per problemi di salute legati all'esplosione.
Una seconda bomba fu rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala. La borsa fu recuperata ma l'ordigno, che poteva fornire preziosi elementi per l'indagine, fu fatto brillare dagli artificieri la sera stessa. Una terza bomba esplose a Roma alle 16:55 nel passaggio sotterraneo che collegava l'entrata di via Veneto della Banca Nazionale del Lavoro con quella di via di San Basilio. Altre due bombe esplosero a Roma tra le 17:20 e le 17:30, una davanti all'Altare della Patria e l'altra all'ingresso del Museo centrale del Risorgimento, in piazza Venezia. I feriti a Roma furono in tutto 16.
Gli attentati terroristici di quel giorno furono cinque, concentrati in un lasso di tempo di appena 53 minuti, e colpirono contemporaneamente le due maggiori città d'Italia: Roma e Milano.

Fonte Wikipedia


Nel 1969 la lotta sociale si inasprisce raggiungendo livelli di estrema acutezza. Il governo Rumor è completamente impreparato ad affrontare una simile situazione. Il 1969 infatti è un anno costellato di attentati dinamitardi volti a suscitare turbamento, sfiducia nel regime politico, desiderio di un “governo forte” di destra. Nell’autunno, il cosiddetto “autunno caldo”, la situazione diventa sempre più tesa. Il 12 dicembre i neofascisti, intenzionati a determinare nel paese una situazione di panico tale da portare alla formazione di un governo autoritario, con l’appoggio dei servizi segreti dei colonnelli greci, con la complicità degli stessi servizi segreti italiani e con il sostegno di uomini politici conservatori ansiosi di mettere fine al “disordine sociale”, puntano alla strage. Un bomba ad alto potenziale collocata nella Banca dell’Agricoltura di Milano, in Piazza Fontana, provoca la morte di sedici persone ed il ferimento di altre novanta. Anche a Roma, lo stesso giorno, vi sono attentati e feriti. Il disegno è chiaro: mettere in atto una “strategia della tensione” basata sugli effetti dell’azione terroristica e finalizzata ad un colpo di Stato politicamente dominato dalla Destra.

da la storia siamo noi

Per approfondire:

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