LETTERA DAL FRONTE
Sarajevo 06/05/98 h.11.15 e non per tutti Cara Viola, in questo momento mi trovo seduto sul mio letto e stranamente ho trovato un momento libero per scriverti una piccola lettera; hai visto che ti penso ogni tanto? Non so come te la passi, spero bene, io sono piuttosto impegnato in pattuglie e pronti interventi. La vita qui a Sarajevo è ripresa quasi del tutto, ma ogni tanto si sente qualche colpo di fucile e se non l’hai ancora capito, quando si sente sparare io corro a vedere cosa succede. “Spesso”, quelle poche volte che sono libero, penso a quanto sei pazza e alla voglia di divertirti. Quando tornerò, stai tranquilla che una delle tante sere a disposizione, “dovrò rimandare qualche appuntamento”, ti inviterò per discutere di come abbiamo passato questo periodo senza sentirci. Ti dirò che qui all’estero la solitudine ti porta un’eccitazione così grande che ti porta a lavorare in modo frenetico. Mille volte mi hai chiesto come sono, ma non ho ancora capito se fisicamente o di caratte...