Dalle lamiere al trionfo di Cannes: Marcello Fonte una favola dei nostri giorni
Marcello Fonte ha trionfato a Cannes con il suo film Dogman. Un trionfo che lo riporta alle sue origini, allo scrosciare delle lamiere della baracca in cui viveva, vicino ad un torrente, lo Scaccioti ad Archi, in una delle zone più malfamate e pericolose di una città, Reggio Calabria. Quello scrosciare ininterrotto, che chiudendo gli occhi, interpretava come un applauso fortissimo.
Quell'applauso è diventata realtà e ti auguro che non finisca mai questo nuovo scrosciare.
Ti do del tu, perchè ti sento vicino e perchè la tua storia bellissima, emozionante e commovente non è solo quella dell'uomo oggi attore affermato, ma di ragazzo e prima ancora di bambino determinato che non ha mai rinunciato ai suoi sogni.
Un bambino impaurito fra lamiere e pezzi discarica, che ha creduto in un gruppo, l'Agesci molto attivo nel Rione Archi Carmine e nella passione per il tamburo, che ha così iniziato ad avere familiarità con il successo.
Un bambino impaurito fra lamiere e pezzi discarica, che ha creduto in un gruppo, l'Agesci molto attivo nel Rione Archi Carmine e nella passione per il tamburo, che ha così iniziato ad avere familiarità con il successo.
Mi ripropongo di vedere i tuoi film a partire da Asino vola, il film in cui ti racconti.
Povertà non è sinonimo di ignoranza ed emarginazione, la passione per l'arte, la musica e la bellezza (che può essere ovunque) possono trasformarla in ricchezza.
Il tuo esempio, Marcello, parla di emancipazione e riscatto sociale, possibile e realizzabile.
Il tuo esempio, Marcello, parla di emancipazione e riscatto sociale, possibile e realizzabile.
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