IL PUSHER INGENUO
Andreàs è illuminato seduto al tavolo del McDonald’s, sul suo tavolo dei quaderni, dei libri, la candelina a forma di alberello. Sul tavolo sono appoggiati anche due dadi. Ogni tanto li prende in mano e li lancia. Sulla musica di Tu scendi dalle stelle, quasi come una nenia, entra Tea. E’ piena di pacchi, viene illuminata, mentre lenta si avvicina ad un tavolo, di fronte ad Andreàs. La musica aumenta. Andreàs, su cui è tornata la luce, legge fra sè la poesia Natale di Giuseppe Ungaretti:
Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strada Ho tanta stanchezza sulle spalle Lasciatemi come una cosa posata in un angolo e dimenticata Qui non si sente altro che il caldo buono Sto con le quattro capriole di fumo del focolare.
Tea, al buio, fa scivolare una delle sue buste. la luce si fissa su di lei che di scatto si alza per prendere il piccolo globo che le è scivolato, finito grottescamente si sotto il tavolo di Andreàs che si accorge della ragazza e si sposta per prendere il globo.
Tea: Scusa, non volevo. O forse sì… Si è rotto…Caspita, quanti soldi mi è costato…Non l’ha neanche voluto…
Andreàs: Si è scheggiato. Sì, irreparabile. Credo, almeno.
Tea: Perché io speravo che apprezzasse. Non l’ha neanche visto. Lascialo in portineria, mi dice. Eh no, non vede me e niente regalo. Io credevo che pensasse di portarmi in vacanza…Un bel viaggio al caldo…
Andreàs: Capita di non intendersi… Ecco, prendilo pure. Lo puoi posare…
Tea: Perché non può essere sempre NO. Girerà pure…Sorridi che la vita ti sorriderà…Ti sembra che ho fatto altro nella vita fino ad ora? Mi diceva va tutto bene, non dire niente e sorridi…Guarda io sono entrata qui perché nevica ed è vicino al lavoro…ma il mio Natale…Per il mio Natale mi aspetto ben altro. Adesso mi chiamerà e andremo a festeggiare…Ho appena ritirato il vestito…
Andreàs: Allora tanti auguri e in bocca al lupo…
Tea: Sarà la sfortuna che porta quel tipo, sai un cliente dell’agenzia…Continuava a lamentarsi in chiusura…io lavoro in una agenzia di viaggi…Gli hanno chiuso Linate per la neve… Potrebbe prendere il treno…Non credi…Così se ne va nella sua Sicilia e che ci rimanesse…Non credi?… Bè il mare deve essere bello…Guarda qui è nato il mio compagno…In questo paesino sul mare. Ho trovato questa stampa…Non l’ho rotta…Meno male…Anche lui è meridionale…ma è solo nato lì…
Andreàs: Dove l’ha trovata? Quella spiaggia…Quanti ricordi…
Tea: Ci sei stato? Com’è? Non mi ha mai voluto portare…Mi devi raccontare magari lo conosci…Che coincidenza. Come ti chiami?
Andreàs: Andreàs. E’ il mio paese. In riva allo stretto. Scusa ma non ho niente da dirti. Ti chiami?
Tea: Tea
Andreàs: Tea? Tea come dire DEA!!!
Tea: Ma tu cosa ci fai ancora qui? E’ tardi, ora lo chiamo e ti porto a cena da lui
Andreàs: No, io stasera ho…da lavorare?
Tea: Lavorare? Turnista, infermiere, cameriere…e sei anche studente no? Sì, voi ragazzi del sud… Si guadagna bene nei festivi…
Andreàs: Sì…sì hai ragione, si guadagna tanto…in queste feste…Cameriere…Non studio, non ho potuto permettermelo…Magari!
Tea: E questi (tocca i libri)…Una coppia di dadi?
Andreàs: Mi piace leggere…i dadi un ricordo…un regalo…
Tea: Una donna, sicuro…Sei lontano da casa…Mi racconta Lui…delle vostre feste…Anche Lui stasera lavora…Non credere sono distrutta per avere rotto il suo regalo…Mi arrabbio con lui, mi trascura ma farei qualsiasi cosa per un attimo della sua attenzione. Lavora sempre. Adesso vedrai mi chiamerà!
Andreàs: Te lo auguro. Dea, Tea sei molto spontanea. Mi sento meno solo. Starò qui un altro po’. Ti saluterò prima di andare via.
Tea: Vado al mio tavolo…Con questo coso…il globo, tutto scheggiato…Ti serve?
Andreàs: No…un mio amico ne fa collezione…ma non lo vorrebbe di sicuro così ridotto…
Tea torna al suo tavolo. Si siede e mette di fronte a sé il globo. Andreàs lancia i dadi. Sulle note di Bianco Natale entra Antonio con una valigia pesante. Bagnato dalla neve si guarda intorno e si avvicina a Tea.
Antonio: Mi era parso che fosse lei da lontano, ero in fondo alla via…Io cosa faccio adesso?
Tea: Che incubo! Senta mi era parso che avesse capito che io non lavoro a Linate. Io lavoro in una agenzia di viaggi. Faccia il numero del call center dell’Alitalia.
Antonio: Io non so, non mi Rispondono…Provi lei…Un operatore le risponderà al più presto…Insomma lei mi ha venduto questo biglietto, lei mi deve risolvere questo problema. Io devo tornare a casa!
Tea: Non è il solo ad avere dei problemi…Come si infittisce la neve…Caspita…Le consiglio di andare in stazione e salire su un treno direzione meridione e via…
Antonio: Io devo essere a casa per la cena di vigilia.
Tea: Inizi a pregare allora…Mi pare l’unica soluzione probabile. Si mangi un bel cheeseburger e ci beva su…
Antonio: Non finisce qui…La pagherà…Stronza
Tea: Stronza a chi? Come si permette?
Antonio: All’Alitalia…Non si scaldi…C’è bisogno di un po’ di caldo focolare…si può scaldare…
Tea: Ma si levi di torno.
Andreàs rivolgendo lo sguardo verso Antonio e Tea riconosce un operaio che lavora in una ditta di cui proprietario è un suo cliente. Incuriosito lo chiama!
Andreàs: Antonio!
Antonio: Guarda…Ti sei perso nella metropolitana?…Tu non prendi i mezzi…Perché non sei partito? Perché non sei al locale?
Tea si avvicina, si siede con il vassoio nel tavolo accanto a quello di Andreàs e canta seguendo le parole di Bianco Natale.
Andreàs: Perché non sei partito tu. Hai litigato con Leo stamattina, non ti ha dato il permesso il tuo capo?
Antonio: Quello, Leo, il Dottor Leo Borio è un pezzo di merde…Il lavoro è lavoro…vabbè…Però in nero, a cottimo, senza un attimo libero…Così non mi ha fatto partire ieri, quella cosa lorda…Dottor Leo (alzando la voce)
A Tea scivola il bicchiere della coca sullo zaino di Andreàs…Andreàs si volta inquieto. Antonio ride.
Andreàs: Non è giornata eh?
Tea: Dai non si è bagnato, no?
Antonio: Imbranatella Miss Alitalia… Era pieno lo zaino, Andrea?
Andreàs: Andreàs, certo…Pieno per stasera…(apre lo zaino) Cosa guardi (rivolto a Tea) Sono torroni…per il ristorante…
Tea: Non ho detto niente…Mi spiace! Ti aiuto ad asciugarlo?
Andreàs: No problem.
Tea si abbassa per asciugare lo zaino e si versa addosso le patatine. Antonio ride. Andreàs si inquieta.
Andreàs: Non era seduta distante?
Tea: Sì, ma…
Andreàs: Niente.
Antonio: Andrea, sei cliente dell’agenzia?
Andreàs: Mi chiamo Andreàs…
Antonio: Già tu viaggi in macchina, sei un signore…Allora dove l’hai conosciuta…Ah lupo…
Andreàs: ti sbagli, da stasera continua a fare cadere le cose…Ti devo dire che ha comprato un regalo molto particolare, uno di quei globi pregiati di cui va matto il tuo principale…
Antonio: Non me lo nominare…Se faccio il numero verde parli tu con quelli dell’Alitalia? Ti devo raccontare una questione che ho avuto stamattina, quando tu sei andato via… (prende il telefono e chiama Alitalia…)
Tea li guarda.
Antonio: (rivolto a Tea) Vuol parlarci lei…
Tea non risponde…Andreàs prendeil telefonino da Antonio:
Andreàs: Si buonasera, io vorrei sapere se l’aeroporto di Linate…Fino a dopodomani e chi deve partire? (Antonio cerca di interromperlo…Andreàs fa cenno di sentire). Può volare da…Tutti gli aeroporti del Nord Italia sono chiusi…Rimborso? Sì…casomai richiamo.
Antonio: Quindi. Portami in macchina con te…
Andreàs: Io non vado via prima di Capodanno…Contatta Leo…Non ti lascerà solo…
Antonio (urlando) Leo? Quel Leo? (Tea si volta) Non sai è convinto che io abbia detto dei fatti suoi…di certi suoi affari… Così non si fida più di me… Le cose sue non me le nascondeva, quante cose ho fatto per lui…Lui si fidava di me e io non ho parlato con nessuno…Il caso vedi…ho perso l’aereo…niente mangiata…niente famiglia…Isa, lo sai Isa la mia amica, è in montagna però ho trovato te e smettila di lanciare i dadi…(Andreàs continua a lanciare i dadi e annotare i numeri sul quaderno) Mi stai sentendo? Tu glielo puoi dire, quando lo vedi domani…
Andreàs: Stasera…
Antonio: Stasera vedi LEO…
Tea si alza e va verso il primo tavolo. Prende un panettone e si avvicina al tavolo dove sono seduti Andreàs e Antonio.
Tea: Io pensavo che dopotutto è la vigilia di Natale e che sta nevicando talmente tanto che ci conviene stare qui ancora un po’. Poi ci sono le canzoni di Natale e anche se è un McDonald’s, triste in sé, e se sono stata un po’ scontrosa con Antonio e sbadata con Andreàs…Insomma non è Natale senza Panettone, soprattutto a Natale…
Antonio: Non solo mi hha fatto perdere l’aereo ma …
Andreàs (interrompendo Antonio): Sì hai ragione, ho ancora poco tempo…
Tea: Magari possiamo venire anche noi al locale.
Antonio: Che locale?
Tea: Quello dove lavora Andreàs.
Antonio: Lavora…Chi lavora? Non scherzare. Io lavoro…
Tea: Sì, dove fa il cameriere…
Andreàs: Scusa nei tuoi pacchi non hai nulla da bere…Qui hanno solo birra e coca cola…
Tea: Una sorpresa…Ora vi faccio una sorpresa…Ma Leo, Leo che urlava prima Antonio
Andreàs (interrompendola): E’ Natale, non fare ricordare ad Antonio…
Antonio: Un pezzo di merda…50 per colpa tua non sono partito 50 per colpa sua…
Andreàs: Che ti avevo detto… Si buona da bere e senza distruggere nulla, eh?
Tea si allontana. Va verso il suo tavolo e poi scompare nel fondo vicino al bancone.
Andreàs: Questa non mi piace, il globo prima, poi si è seduta qui quando tu hai iniziato a nominare Leo…
Antonio: Sì ecco dove l’avevo vista…Deve essere la sua amante…una delle sue amanti… Tu lo vedi dopo, gli devi dire che io non l’ho tradito…
Andreàs: Io…voglio smettere…Non so, finisco con quest’anno e la ragazza tea, sa che faccio il cameriere…(Lancia i dadi)… Ho bisogno di ritrovare me stesso. Tu non puoi capire…Voglio ritrovare mia mamma…
Antonimo: E’ proprio Natale…Che stai raccontando…Tu sei fortunato…Potessi essere io al tuo posto…C’è la neve, tu sei lontano da casa…Vuoi la mamma… Senti io vengo con te da Leo…Ci facciamo la bella seratina, ci tiriamo su di morale…Ma quella dov’è finita…
Tea arriva.
Tea: Dom Perignon annata miracolosa… E’ strepitoso questo champagne…
Andreàs: 1973? Il mio anno di nascita.
Tea: Strepitoso per questo…io sono pure nel 1973
Antonio: Secondo voi? Anche io… 10 gennaio 1973
Tea: 20 febbraio 1973
Andreàs: 30 marzo 1973… Compiremo tutti trenta anni nell’anno che verrà…
Antonio: Beviamoci su… A noi trentenni…
Tea versa e i tre brindano e bevono.
Andreàs: Sì trentenni, dicono di noi che siamo una generazione invisibile…Però io sono vivo e lo voglio dimostrare…Su Antonio lancia i dadi, pensa ad un numero da uno a dodici associato ad un desiderio, se viene quel numero si avvererà…Dopo pure tu, Tea…
Antonio: Ma dai…
Andreàs: Prova…
Tea: dai provo io… Vediamo se mi chiamerà…Ah, proposito dicevo quel Leo…
Andreàs. Su lancia.
Tea: Niente da fare…Avevo pensato dodici ed invece appena sei.
Antonio: Me ne versi ancora…
Andreàs: Io devo andare…
Tea: Dove?
Antonio: Il dovere lo chiama? Come rimaniamo?
Andreàs: Ti chiamo io.
Tea: Lo vuoi il globo rotto per il tuo amico?
Antonio: Leo non vuole mai niente di rotto:
Andreàs: Buon Natale. Pago io per voi un altro Mc Menu…
Tea: Aspetta hai detto Leo:?
Andreàs raccoglie le sue cose dal tavolo e va verso il bancone. Tea è già un po’ brilla. Antonio inizia a raccontarle dei suoi problemi esistenziali.
Antonio: Tea, Leo è il mio capo ed è in affari con quel ragazzo. Andrea. Che non è mio amico, infatti si va divertire e mi lascia qui da solo. Solo con te. Io lavoro e prima avevo dei buoni extra. Poi sai come gli invidiosi…Io parto il venerdì sera e torno su il lunedì notte e sono subito in cantiere. Qualcuno mi ha fatto prendere di soprocchio dal padrone… Insomma non vuole più che vada via il venerdì. Ha iniziato a farmi fare il sabato mattina. Per questo io volevo partire. Sono due settimane che non scendo…
Tea: Sì, sì capisco. Dimmi questo Leo, il vostro capo…
Antonio: Non hai capito è il mio principale…
Andreàs si avvicina al tavolo, i due lo guardano.
Andreàs: E’ tutto bloccato. Non si può uscire… Non è possibile…Ho capito che Natale è più Natale…Non possiamo uscire da qui…I telefonini non hanno rete…Io devo uscire da qui…
Tea: Ecco perché non mi ha chiamata.
Antonio. Sento odore di guai. Come fai. Se non lo avvisi quello ti fa la pelle.
Andreàs: Sarà anche lui bloccato no? Provo a sentire se c’è un telefono fisso.
Tea: e chiedigli di togliere sta lagna… Queste feste…
Andreàs si allontana.
Tea: Dimmi Leo che tipo di uomo è?
Antonio: Un puttaniere… Se lo vuoi sapere, che t’importa di lui… Io ho una fidanzata. Le altre .le guardo anche…Che vuol dire essere fedeli…Lei me la sposo, le altre no…Io non penso che mi ha fatto le corna. Penso che quello con cui me le faceva era già venuto a scusarsi…No, non me le fa. Io questi sacrifici, su e giù li faccio per noi due…Devi capire la solitudine…
Tea: Sì capisco, questo Leo si chiama Borio di cognome?
Torna Andreàs. Affranto.
Andreàs: Non lo trovo, non lo trovo… Almeno fossi scappato…Sono a duecento metri da casa sua e non posso arrivarci. E’ Natale e non puliranno prima di domani mattina. Possiamo stare qui…(Lancia i dadi).
Antonio: Smettila, lascia stare questi dadi… E come farai adesso. Mi come si incazza che gli rovini la festa. Stasera aveva duecento invitati…
Andreàs: Appunto…maledetto il giorno che mi sono prestato a queste cose…
Antonio: i soldi ti sono sempre piaciuti però…Mi, non ci posso pensare…Niente torroni per i signori…
Tea: non capisco, non dovevi andare al locale a servire…Al massimo ti licenziano, gli puoi spiegare quello che è successo…
Antonio: per servizio è un servizio…Altro giro di champagne…Che per qualcuno potrebbe essere l’ultima notte di gloria…
Andreàs (quasi in preda al panico): Io non volevo entrarci in affari con nessuno di loro…Avevamo le barche accanto sulla spiaggia…Mi parla per uscire a pesca insieme, mi offre le sue gabbie…Mi sorride e un tocco di fumo oggi e una parola domani…Mi hanno fregato…Io stavo male, avevo solo sedici anni e una ragazza che si faceva di eroina…Io mai, niente nelle vene… Mi hanno fregato così…Io voglio uscirne…Voglio tornare a pescare…Che ore sono…
Tea (rivolta ad Antonio): No fa il cameriere eh?
Antonio: Non proprio…E’ nella merda fino al collo…per essere ottimista… Leo è un animale per le consegne…Peggio di un orologio svizzero.
Tea: Io lo conosco…Erano per lui i miei regali…
Antonio: L’avevo capito…Stasera aveva una cena importante…Con gente che conta…Aveva affidato un compito importante ad Andrei…Un compito che fino ad un mese fa avrebbe affidato a me…Ed invece, quegli invidiosi…Adesso lui è nella merda…Invece di stare qui a lanciare i dadi poteva andare prima no?
Tea: Non stai parlando del mio Leo…Ti stai confondendo sul cognome…Avrebbe dovuto portarmi a Vienna per Capodanno. Me l’aveva promesso…Tu sei bugiardo e sei arrabbiato con me per l’aereo…leo è un signore…
Antonio: Credi quello che ti pare. Leo ne potrebbe avere mille come te. Ma quello che sta facendo…Se la starà facendo di sopra…Non ti muovere, già dove dovresti andare…Lo vado a cercare…
Antonio si alza, raggiunge al bancone Andreàs. Rimangono illuminati mentre provano a fare delle chiamate con i telefonini. Tea è seduta al tavolo e lancia i dadi di Andreàs.
Tea: Che Natale, gli ultimi due anni trascorsi ad aspettare un suo cenno ed io pronta a correre da lui. Non mi ha mai portato dai suoi, non mi ha fatto conoscere i suoi amici, non so nulla di lui…Chi è Leo Borio? Il mio amato amore impossibile che mi lascia da sola a Natale? L’uomo temutissimo da Antonio o Andreàs…Oppure un altro e ci siamo confusi tutti…Dove sono adesso…Ho voglia di piangere…Illusa. Una cretina. Non fare domande, sorridi che hai un sorriso bellissimo…Ed io a sorridere e stare ai suoi comodi…Lo amo. Lo amo. Lo amo.
Antonio e Andreàs si avvicinano al tavolo.
Antonio: Sì, sì ti capirà…glielo dicevi che non te la sentivi. Una quantità così grossa da portarti in giro….un rischio e adesso dove andrai…
Andreàs: da nessuna parte. Appena passano a pulire la strada vado da lui e via. Stamattina me l’ha detto. Io sono rapido. Lo sai. Arrivo con il carico, non vado neanche a casa. Lo deposito e via. Mi fermo a Milano un paio di giorni e riparto. E via così facendo. Non posso andare in giro con la roba… E’ rischioso. Ma stamattina… Non c’è stato verso… Vai lì, prendi l’altro carico e torna…Sai com’è Leo. Così sono andato e ho eseguito…Come un sottomesso…Io non ho padroni…Io non ne voglio più sapere.
Si siedono. Tea propone di aprire un’altra bottiglia. I tre devono. Andreàs è molto nervoso. Prende del fumo e inizia a rollarsi una canna. Che poi passa agli altri due.
Tea: una vita che non mi sballavo così…Buon Natale chicos…a Leo…(Alza il bicchiere).
Antonio: A questa notte, che non sia l’ultima.
Andreàs: A un’altra vita…
Tea: Io non lo amo…Stavo con lui in attesa di tempi migliori…Io non lo amo…Io posso avere di più…Altro che Vienna… i Carabi… Io vado a fare un Last Second ai carabi per Capodanno…
Antonio: A me basta arrivare in Sicilia…oppure…
Andreàs: A me basterebbe essere sulla mia barchetta in mezzo al mare…Tra le luci dello Stretto…
Tea (alquanto alterata): Basta tristezza, ci pensa la vostra Tea…
Antonio: Andrei allora cosa farai’
Andreàs: Mi chiamo Andreàs ti ho detto…Non lo so…Andrò da lui appena possibile, continua a nevicare…Che disdetta! Io non ci voglio pensare.
Antonio: Pensi che si incazzerà? Certo ci teneva, l’aveva fatta arrivare dai balcani. Ha mandato te perché crede che tu sia il migliore. Altre volte aveva mandato me…Non ci guadagnavo niente io…Qualche giorno in più di vacanza…Ed invece tu…Una bella vita comoda e piena di lussi. Non ti ha mai fatto mancare niente Leo…
Andreàs:niente? Una vita normale, una famiglia normale, un lavoro normale?
Antonio: Tu con 800 euro al mese…Non farmi ridere.
Non si sente più la musica Natalizia. Una musica latino americana pervade la stanza…
Tea arriva con un bicchiere in mano…
Tea: Dai balliamo, beviamo, fumiamo…Una baciada…Antonio, Andreàs…mi voglio divertire…
Antonio: Andreàs…Balliamo…
Andreàs: Questa è si è sballata troppo.
Antonio e Tea ballano. Andreàs prepara un’altra canna e li guarda.
Tea: Sì, ancora…ma sei bravo, ma bravo il mio muratore come balla bene…
Antonio: Ti diverti e cosa gli raccontiamo a Leo?
Antonio inizia a stringere Tea fuoritempo e prova a baciare Tea.
Tea: Ma che fai ci provi? Ma per chi mi hai preso…Leva queste mani…Bastardo come tutti gli altri…(si sposta e lo strattona)
Antonio: Piano, calma…ma sei pazza? Non ti ho fatto niente…(Tea gli molla un ceffone)
Andreàs: Che vi è preso? Finita la luna di miele.
Tea: Questo stronzo, proprio come il suo padrone.
Antonio: Bella, modera i termini e non offendere. Tu provochi…
Andreàs (passando la canna): Calmiamo gli animi.
Tea: Calmiamoci un bel niente. Io lo denuncio…per molestie…
Antonio: mole che? Era chiaro che ci stava. Non è vero Andrei?
Andreàs: Ti ho detto e non te lo ripeto più che mi chiamo Andreàs: Io non so niente. Questo telefono non prende (scaglia il telefono a terra) Continua a nevicare e lascia stare Tea. Mi sembra che di guai ce ne sono abbastanza.
Antonio: Il guaio l’hai fatto tu. Sono fatti tuoi, perché sei ingordo. Potevo andare io…Ed invece no. Ha mandato te,. Magari proprio tu gli hai parlato male di me...
Andreàs: Da quando ti conosco è la prima volta che ti parlo tanto a lungo…Smettila…
Antonio: Sei stato tu perché volevi più soldi. Perché sei un approfittatore…
Andreàs: Lasciami in pace…Io voglio smettere…
Antonio: Lo dici, non ti togli dai piedi…
Andreàs: Come se fosse facile…Starà già pensando che sono sparito…Se solo potessi…
Tea (che finora aveva continuato ad ascoltarli scrivendo su uno dei quaderni di Andreàa): io credo di amarlo… se sono sicura che voi vi siete inventati tutto solo perché magari lui ha qualche avventura…
Antonio: Lasciami la consegna, ci penserò io…te la stai facendo sotto n o?
Andreàs: non dire stronzate. Adesso smetterà di nevicare e io vado da lui…
Tea: Mi porterà a Vienna per Capodanno e se vi conosce per davvero…
Antonio: Smettila di lanciare i dadi…non molli per i soldi
Andreàs: Non mollo perché non posso…I soldi non mi mancano…Non è come credi tu…Io non vivo di lusso…Mantengo la mia famiglia…E metto via il resto. Non ho amici. Non posso fidarmi di nessuno. Non una donna…Cosa racconto a te? Cosa vuoi saperne? Il tuo massimo dispiacere è una presunta mancanza di rispetto…Coglione che sono!
Tea: Gli dirò che razza di dipendente ha…
Antonio: Esci dal giro, ci sarà il modo? Andiamo insieme da lui?
Andreàs: Se non si fida di te! Così ci elimina tutti e due…Non parlare…
Tea: Andreàs, gli dirò che invece di eseguire i suoi ordini scrivi le letterine di Natale alla mamma…
Antonio: Che gli hai dato a questa…Straparla…
Andreàs: Questa stronza, ha letto nei miei quaderni.
Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strada Ho tanta stanchezza sulle spalle Lasciatemi come una cosa posata in un angolo e dimenticata Qui non si sente altro che il caldo buono Sto con le quattro capriole di fumo del focolare.
Tea, al buio, fa scivolare una delle sue buste. la luce si fissa su di lei che di scatto si alza per prendere il piccolo globo che le è scivolato, finito grottescamente si sotto il tavolo di Andreàs che si accorge della ragazza e si sposta per prendere il globo.
Tea: Scusa, non volevo. O forse sì… Si è rotto…Caspita, quanti soldi mi è costato…Non l’ha neanche voluto…
Andreàs: Si è scheggiato. Sì, irreparabile. Credo, almeno.
Tea: Perché io speravo che apprezzasse. Non l’ha neanche visto. Lascialo in portineria, mi dice. Eh no, non vede me e niente regalo. Io credevo che pensasse di portarmi in vacanza…Un bel viaggio al caldo…
Andreàs: Capita di non intendersi… Ecco, prendilo pure. Lo puoi posare…
Tea: Perché non può essere sempre NO. Girerà pure…Sorridi che la vita ti sorriderà…Ti sembra che ho fatto altro nella vita fino ad ora? Mi diceva va tutto bene, non dire niente e sorridi…Guarda io sono entrata qui perché nevica ed è vicino al lavoro…ma il mio Natale…Per il mio Natale mi aspetto ben altro. Adesso mi chiamerà e andremo a festeggiare…Ho appena ritirato il vestito…
Andreàs: Allora tanti auguri e in bocca al lupo…
Tea: Sarà la sfortuna che porta quel tipo, sai un cliente dell’agenzia…Continuava a lamentarsi in chiusura…io lavoro in una agenzia di viaggi…Gli hanno chiuso Linate per la neve… Potrebbe prendere il treno…Non credi…Così se ne va nella sua Sicilia e che ci rimanesse…Non credi?… Bè il mare deve essere bello…Guarda qui è nato il mio compagno…In questo paesino sul mare. Ho trovato questa stampa…Non l’ho rotta…Meno male…Anche lui è meridionale…ma è solo nato lì…
Andreàs: Dove l’ha trovata? Quella spiaggia…Quanti ricordi…
Tea: Ci sei stato? Com’è? Non mi ha mai voluto portare…Mi devi raccontare magari lo conosci…Che coincidenza. Come ti chiami?
Andreàs: Andreàs. E’ il mio paese. In riva allo stretto. Scusa ma non ho niente da dirti. Ti chiami?
Tea: Tea
Andreàs: Tea? Tea come dire DEA!!!
Tea: Ma tu cosa ci fai ancora qui? E’ tardi, ora lo chiamo e ti porto a cena da lui
Andreàs: No, io stasera ho…da lavorare?
Tea: Lavorare? Turnista, infermiere, cameriere…e sei anche studente no? Sì, voi ragazzi del sud… Si guadagna bene nei festivi…
Andreàs: Sì…sì hai ragione, si guadagna tanto…in queste feste…Cameriere…Non studio, non ho potuto permettermelo…Magari!
Tea: E questi (tocca i libri)…Una coppia di dadi?
Andreàs: Mi piace leggere…i dadi un ricordo…un regalo…
Tea: Una donna, sicuro…Sei lontano da casa…Mi racconta Lui…delle vostre feste…Anche Lui stasera lavora…Non credere sono distrutta per avere rotto il suo regalo…Mi arrabbio con lui, mi trascura ma farei qualsiasi cosa per un attimo della sua attenzione. Lavora sempre. Adesso vedrai mi chiamerà!
Andreàs: Te lo auguro. Dea, Tea sei molto spontanea. Mi sento meno solo. Starò qui un altro po’. Ti saluterò prima di andare via.
Tea: Vado al mio tavolo…Con questo coso…il globo, tutto scheggiato…Ti serve?
Andreàs: No…un mio amico ne fa collezione…ma non lo vorrebbe di sicuro così ridotto…
Tea torna al suo tavolo. Si siede e mette di fronte a sé il globo. Andreàs lancia i dadi. Sulle note di Bianco Natale entra Antonio con una valigia pesante. Bagnato dalla neve si guarda intorno e si avvicina a Tea.
Antonio: Mi era parso che fosse lei da lontano, ero in fondo alla via…Io cosa faccio adesso?
Tea: Che incubo! Senta mi era parso che avesse capito che io non lavoro a Linate. Io lavoro in una agenzia di viaggi. Faccia il numero del call center dell’Alitalia.
Antonio: Io non so, non mi Rispondono…Provi lei…Un operatore le risponderà al più presto…Insomma lei mi ha venduto questo biglietto, lei mi deve risolvere questo problema. Io devo tornare a casa!
Tea: Non è il solo ad avere dei problemi…Come si infittisce la neve…Caspita…Le consiglio di andare in stazione e salire su un treno direzione meridione e via…
Antonio: Io devo essere a casa per la cena di vigilia.
Tea: Inizi a pregare allora…Mi pare l’unica soluzione probabile. Si mangi un bel cheeseburger e ci beva su…
Antonio: Non finisce qui…La pagherà…Stronza
Tea: Stronza a chi? Come si permette?
Antonio: All’Alitalia…Non si scaldi…C’è bisogno di un po’ di caldo focolare…si può scaldare…
Tea: Ma si levi di torno.
Andreàs rivolgendo lo sguardo verso Antonio e Tea riconosce un operaio che lavora in una ditta di cui proprietario è un suo cliente. Incuriosito lo chiama!
Andreàs: Antonio!
Antonio: Guarda…Ti sei perso nella metropolitana?…Tu non prendi i mezzi…Perché non sei partito? Perché non sei al locale?
Tea si avvicina, si siede con il vassoio nel tavolo accanto a quello di Andreàs e canta seguendo le parole di Bianco Natale.
Andreàs: Perché non sei partito tu. Hai litigato con Leo stamattina, non ti ha dato il permesso il tuo capo?
Antonio: Quello, Leo, il Dottor Leo Borio è un pezzo di merde…Il lavoro è lavoro…vabbè…Però in nero, a cottimo, senza un attimo libero…Così non mi ha fatto partire ieri, quella cosa lorda…Dottor Leo (alzando la voce)
A Tea scivola il bicchiere della coca sullo zaino di Andreàs…Andreàs si volta inquieto. Antonio ride.
Andreàs: Non è giornata eh?
Tea: Dai non si è bagnato, no?
Antonio: Imbranatella Miss Alitalia… Era pieno lo zaino, Andrea?
Andreàs: Andreàs, certo…Pieno per stasera…(apre lo zaino) Cosa guardi (rivolto a Tea) Sono torroni…per il ristorante…
Tea: Non ho detto niente…Mi spiace! Ti aiuto ad asciugarlo?
Andreàs: No problem.
Tea si abbassa per asciugare lo zaino e si versa addosso le patatine. Antonio ride. Andreàs si inquieta.
Andreàs: Non era seduta distante?
Tea: Sì, ma…
Andreàs: Niente.
Antonio: Andrea, sei cliente dell’agenzia?
Andreàs: Mi chiamo Andreàs…
Antonio: Già tu viaggi in macchina, sei un signore…Allora dove l’hai conosciuta…Ah lupo…
Andreàs: ti sbagli, da stasera continua a fare cadere le cose…Ti devo dire che ha comprato un regalo molto particolare, uno di quei globi pregiati di cui va matto il tuo principale…
Antonio: Non me lo nominare…Se faccio il numero verde parli tu con quelli dell’Alitalia? Ti devo raccontare una questione che ho avuto stamattina, quando tu sei andato via… (prende il telefono e chiama Alitalia…)
Tea li guarda.
Antonio: (rivolto a Tea) Vuol parlarci lei…
Tea non risponde…Andreàs prendeil telefonino da Antonio:
Andreàs: Si buonasera, io vorrei sapere se l’aeroporto di Linate…Fino a dopodomani e chi deve partire? (Antonio cerca di interromperlo…Andreàs fa cenno di sentire). Può volare da…Tutti gli aeroporti del Nord Italia sono chiusi…Rimborso? Sì…casomai richiamo.
Antonio: Quindi. Portami in macchina con te…
Andreàs: Io non vado via prima di Capodanno…Contatta Leo…Non ti lascerà solo…
Antonio (urlando) Leo? Quel Leo? (Tea si volta) Non sai è convinto che io abbia detto dei fatti suoi…di certi suoi affari… Così non si fida più di me… Le cose sue non me le nascondeva, quante cose ho fatto per lui…Lui si fidava di me e io non ho parlato con nessuno…Il caso vedi…ho perso l’aereo…niente mangiata…niente famiglia…Isa, lo sai Isa la mia amica, è in montagna però ho trovato te e smettila di lanciare i dadi…(Andreàs continua a lanciare i dadi e annotare i numeri sul quaderno) Mi stai sentendo? Tu glielo puoi dire, quando lo vedi domani…
Andreàs: Stasera…
Antonio: Stasera vedi LEO…
Tea si alza e va verso il primo tavolo. Prende un panettone e si avvicina al tavolo dove sono seduti Andreàs e Antonio.
Tea: Io pensavo che dopotutto è la vigilia di Natale e che sta nevicando talmente tanto che ci conviene stare qui ancora un po’. Poi ci sono le canzoni di Natale e anche se è un McDonald’s, triste in sé, e se sono stata un po’ scontrosa con Antonio e sbadata con Andreàs…Insomma non è Natale senza Panettone, soprattutto a Natale…
Antonio: Non solo mi hha fatto perdere l’aereo ma …
Andreàs (interrompendo Antonio): Sì hai ragione, ho ancora poco tempo…
Tea: Magari possiamo venire anche noi al locale.
Antonio: Che locale?
Tea: Quello dove lavora Andreàs.
Antonio: Lavora…Chi lavora? Non scherzare. Io lavoro…
Tea: Sì, dove fa il cameriere…
Andreàs: Scusa nei tuoi pacchi non hai nulla da bere…Qui hanno solo birra e coca cola…
Tea: Una sorpresa…Ora vi faccio una sorpresa…Ma Leo, Leo che urlava prima Antonio
Andreàs (interrompendola): E’ Natale, non fare ricordare ad Antonio…
Antonio: Un pezzo di merda…50 per colpa tua non sono partito 50 per colpa sua…
Andreàs: Che ti avevo detto… Si buona da bere e senza distruggere nulla, eh?
Tea si allontana. Va verso il suo tavolo e poi scompare nel fondo vicino al bancone.
Andreàs: Questa non mi piace, il globo prima, poi si è seduta qui quando tu hai iniziato a nominare Leo…
Antonio: Sì ecco dove l’avevo vista…Deve essere la sua amante…una delle sue amanti… Tu lo vedi dopo, gli devi dire che io non l’ho tradito…
Andreàs: Io…voglio smettere…Non so, finisco con quest’anno e la ragazza tea, sa che faccio il cameriere…(Lancia i dadi)… Ho bisogno di ritrovare me stesso. Tu non puoi capire…Voglio ritrovare mia mamma…
Antonimo: E’ proprio Natale…Che stai raccontando…Tu sei fortunato…Potessi essere io al tuo posto…C’è la neve, tu sei lontano da casa…Vuoi la mamma… Senti io vengo con te da Leo…Ci facciamo la bella seratina, ci tiriamo su di morale…Ma quella dov’è finita…
Tea arriva.
Tea: Dom Perignon annata miracolosa… E’ strepitoso questo champagne…
Andreàs: 1973? Il mio anno di nascita.
Tea: Strepitoso per questo…io sono pure nel 1973
Antonio: Secondo voi? Anche io… 10 gennaio 1973
Tea: 20 febbraio 1973
Andreàs: 30 marzo 1973… Compiremo tutti trenta anni nell’anno che verrà…
Antonio: Beviamoci su… A noi trentenni…
Tea versa e i tre brindano e bevono.
Andreàs: Sì trentenni, dicono di noi che siamo una generazione invisibile…Però io sono vivo e lo voglio dimostrare…Su Antonio lancia i dadi, pensa ad un numero da uno a dodici associato ad un desiderio, se viene quel numero si avvererà…Dopo pure tu, Tea…
Antonio: Ma dai…
Andreàs: Prova…
Tea: dai provo io… Vediamo se mi chiamerà…Ah, proposito dicevo quel Leo…
Andreàs. Su lancia.
Tea: Niente da fare…Avevo pensato dodici ed invece appena sei.
Antonio: Me ne versi ancora…
Andreàs: Io devo andare…
Tea: Dove?
Antonio: Il dovere lo chiama? Come rimaniamo?
Andreàs: Ti chiamo io.
Tea: Lo vuoi il globo rotto per il tuo amico?
Antonio: Leo non vuole mai niente di rotto:
Andreàs: Buon Natale. Pago io per voi un altro Mc Menu…
Tea: Aspetta hai detto Leo:?
Andreàs raccoglie le sue cose dal tavolo e va verso il bancone. Tea è già un po’ brilla. Antonio inizia a raccontarle dei suoi problemi esistenziali.
Antonio: Tea, Leo è il mio capo ed è in affari con quel ragazzo. Andrea. Che non è mio amico, infatti si va divertire e mi lascia qui da solo. Solo con te. Io lavoro e prima avevo dei buoni extra. Poi sai come gli invidiosi…Io parto il venerdì sera e torno su il lunedì notte e sono subito in cantiere. Qualcuno mi ha fatto prendere di soprocchio dal padrone… Insomma non vuole più che vada via il venerdì. Ha iniziato a farmi fare il sabato mattina. Per questo io volevo partire. Sono due settimane che non scendo…
Tea: Sì, sì capisco. Dimmi questo Leo, il vostro capo…
Antonio: Non hai capito è il mio principale…
Andreàs si avvicina al tavolo, i due lo guardano.
Andreàs: E’ tutto bloccato. Non si può uscire… Non è possibile…Ho capito che Natale è più Natale…Non possiamo uscire da qui…I telefonini non hanno rete…Io devo uscire da qui…
Tea: Ecco perché non mi ha chiamata.
Antonio. Sento odore di guai. Come fai. Se non lo avvisi quello ti fa la pelle.
Andreàs: Sarà anche lui bloccato no? Provo a sentire se c’è un telefono fisso.
Tea: e chiedigli di togliere sta lagna… Queste feste…
Andreàs si allontana.
Tea: Dimmi Leo che tipo di uomo è?
Antonio: Un puttaniere… Se lo vuoi sapere, che t’importa di lui… Io ho una fidanzata. Le altre .le guardo anche…Che vuol dire essere fedeli…Lei me la sposo, le altre no…Io non penso che mi ha fatto le corna. Penso che quello con cui me le faceva era già venuto a scusarsi…No, non me le fa. Io questi sacrifici, su e giù li faccio per noi due…Devi capire la solitudine…
Tea: Sì capisco, questo Leo si chiama Borio di cognome?
Torna Andreàs. Affranto.
Andreàs: Non lo trovo, non lo trovo… Almeno fossi scappato…Sono a duecento metri da casa sua e non posso arrivarci. E’ Natale e non puliranno prima di domani mattina. Possiamo stare qui…(Lancia i dadi).
Antonio: Smettila, lascia stare questi dadi… E come farai adesso. Mi come si incazza che gli rovini la festa. Stasera aveva duecento invitati…
Andreàs: Appunto…maledetto il giorno che mi sono prestato a queste cose…
Antonio: i soldi ti sono sempre piaciuti però…Mi, non ci posso pensare…Niente torroni per i signori…
Tea: non capisco, non dovevi andare al locale a servire…Al massimo ti licenziano, gli puoi spiegare quello che è successo…
Antonio: per servizio è un servizio…Altro giro di champagne…Che per qualcuno potrebbe essere l’ultima notte di gloria…
Andreàs (quasi in preda al panico): Io non volevo entrarci in affari con nessuno di loro…Avevamo le barche accanto sulla spiaggia…Mi parla per uscire a pesca insieme, mi offre le sue gabbie…Mi sorride e un tocco di fumo oggi e una parola domani…Mi hanno fregato…Io stavo male, avevo solo sedici anni e una ragazza che si faceva di eroina…Io mai, niente nelle vene… Mi hanno fregato così…Io voglio uscirne…Voglio tornare a pescare…Che ore sono…
Tea (rivolta ad Antonio): No fa il cameriere eh?
Antonio: Non proprio…E’ nella merda fino al collo…per essere ottimista… Leo è un animale per le consegne…Peggio di un orologio svizzero.
Tea: Io lo conosco…Erano per lui i miei regali…
Antonio: L’avevo capito…Stasera aveva una cena importante…Con gente che conta…Aveva affidato un compito importante ad Andrei…Un compito che fino ad un mese fa avrebbe affidato a me…Ed invece, quegli invidiosi…Adesso lui è nella merda…Invece di stare qui a lanciare i dadi poteva andare prima no?
Tea: Non stai parlando del mio Leo…Ti stai confondendo sul cognome…Avrebbe dovuto portarmi a Vienna per Capodanno. Me l’aveva promesso…Tu sei bugiardo e sei arrabbiato con me per l’aereo…leo è un signore…
Antonio: Credi quello che ti pare. Leo ne potrebbe avere mille come te. Ma quello che sta facendo…Se la starà facendo di sopra…Non ti muovere, già dove dovresti andare…Lo vado a cercare…
Antonio si alza, raggiunge al bancone Andreàs. Rimangono illuminati mentre provano a fare delle chiamate con i telefonini. Tea è seduta al tavolo e lancia i dadi di Andreàs.
Tea: Che Natale, gli ultimi due anni trascorsi ad aspettare un suo cenno ed io pronta a correre da lui. Non mi ha mai portato dai suoi, non mi ha fatto conoscere i suoi amici, non so nulla di lui…Chi è Leo Borio? Il mio amato amore impossibile che mi lascia da sola a Natale? L’uomo temutissimo da Antonio o Andreàs…Oppure un altro e ci siamo confusi tutti…Dove sono adesso…Ho voglia di piangere…Illusa. Una cretina. Non fare domande, sorridi che hai un sorriso bellissimo…Ed io a sorridere e stare ai suoi comodi…Lo amo. Lo amo. Lo amo.
Antonio e Andreàs si avvicinano al tavolo.
Antonio: Sì, sì ti capirà…glielo dicevi che non te la sentivi. Una quantità così grossa da portarti in giro….un rischio e adesso dove andrai…
Andreàs: da nessuna parte. Appena passano a pulire la strada vado da lui e via. Stamattina me l’ha detto. Io sono rapido. Lo sai. Arrivo con il carico, non vado neanche a casa. Lo deposito e via. Mi fermo a Milano un paio di giorni e riparto. E via così facendo. Non posso andare in giro con la roba… E’ rischioso. Ma stamattina… Non c’è stato verso… Vai lì, prendi l’altro carico e torna…Sai com’è Leo. Così sono andato e ho eseguito…Come un sottomesso…Io non ho padroni…Io non ne voglio più sapere.
Si siedono. Tea propone di aprire un’altra bottiglia. I tre devono. Andreàs è molto nervoso. Prende del fumo e inizia a rollarsi una canna. Che poi passa agli altri due.
Tea: una vita che non mi sballavo così…Buon Natale chicos…a Leo…(Alza il bicchiere).
Antonio: A questa notte, che non sia l’ultima.
Andreàs: A un’altra vita…
Tea: Io non lo amo…Stavo con lui in attesa di tempi migliori…Io non lo amo…Io posso avere di più…Altro che Vienna… i Carabi… Io vado a fare un Last Second ai carabi per Capodanno…
Antonio: A me basta arrivare in Sicilia…oppure…
Andreàs: A me basterebbe essere sulla mia barchetta in mezzo al mare…Tra le luci dello Stretto…
Tea (alquanto alterata): Basta tristezza, ci pensa la vostra Tea…
Antonio: Andrei allora cosa farai’
Andreàs: Mi chiamo Andreàs ti ho detto…Non lo so…Andrò da lui appena possibile, continua a nevicare…Che disdetta! Io non ci voglio pensare.
Antonio: Pensi che si incazzerà? Certo ci teneva, l’aveva fatta arrivare dai balcani. Ha mandato te perché crede che tu sia il migliore. Altre volte aveva mandato me…Non ci guadagnavo niente io…Qualche giorno in più di vacanza…Ed invece tu…Una bella vita comoda e piena di lussi. Non ti ha mai fatto mancare niente Leo…
Andreàs:niente? Una vita normale, una famiglia normale, un lavoro normale?
Antonio: Tu con 800 euro al mese…Non farmi ridere.
Non si sente più la musica Natalizia. Una musica latino americana pervade la stanza…
Tea arriva con un bicchiere in mano…
Tea: Dai balliamo, beviamo, fumiamo…Una baciada…Antonio, Andreàs…mi voglio divertire…
Antonio: Andreàs…Balliamo…
Andreàs: Questa è si è sballata troppo.
Antonio e Tea ballano. Andreàs prepara un’altra canna e li guarda.
Tea: Sì, ancora…ma sei bravo, ma bravo il mio muratore come balla bene…
Antonio: Ti diverti e cosa gli raccontiamo a Leo?
Antonio inizia a stringere Tea fuoritempo e prova a baciare Tea.
Tea: Ma che fai ci provi? Ma per chi mi hai preso…Leva queste mani…Bastardo come tutti gli altri…(si sposta e lo strattona)
Antonio: Piano, calma…ma sei pazza? Non ti ho fatto niente…(Tea gli molla un ceffone)
Andreàs: Che vi è preso? Finita la luna di miele.
Tea: Questo stronzo, proprio come il suo padrone.
Antonio: Bella, modera i termini e non offendere. Tu provochi…
Andreàs (passando la canna): Calmiamo gli animi.
Tea: Calmiamoci un bel niente. Io lo denuncio…per molestie…
Antonio: mole che? Era chiaro che ci stava. Non è vero Andrei?
Andreàs: Ti ho detto e non te lo ripeto più che mi chiamo Andreàs: Io non so niente. Questo telefono non prende (scaglia il telefono a terra) Continua a nevicare e lascia stare Tea. Mi sembra che di guai ce ne sono abbastanza.
Antonio: Il guaio l’hai fatto tu. Sono fatti tuoi, perché sei ingordo. Potevo andare io…Ed invece no. Ha mandato te,. Magari proprio tu gli hai parlato male di me...
Andreàs: Da quando ti conosco è la prima volta che ti parlo tanto a lungo…Smettila…
Antonio: Sei stato tu perché volevi più soldi. Perché sei un approfittatore…
Andreàs: Lasciami in pace…Io voglio smettere…
Antonio: Lo dici, non ti togli dai piedi…
Andreàs: Come se fosse facile…Starà già pensando che sono sparito…Se solo potessi…
Tea (che finora aveva continuato ad ascoltarli scrivendo su uno dei quaderni di Andreàa): io credo di amarlo… se sono sicura che voi vi siete inventati tutto solo perché magari lui ha qualche avventura…
Antonio: Lasciami la consegna, ci penserò io…te la stai facendo sotto n o?
Andreàs: non dire stronzate. Adesso smetterà di nevicare e io vado da lui…
Tea: Mi porterà a Vienna per Capodanno e se vi conosce per davvero…
Antonio: Smettila di lanciare i dadi…non molli per i soldi
Andreàs: Non mollo perché non posso…I soldi non mi mancano…Non è come credi tu…Io non vivo di lusso…Mantengo la mia famiglia…E metto via il resto. Non ho amici. Non posso fidarmi di nessuno. Non una donna…Cosa racconto a te? Cosa vuoi saperne? Il tuo massimo dispiacere è una presunta mancanza di rispetto…Coglione che sono!
Tea: Gli dirò che razza di dipendente ha…
Antonio: Esci dal giro, ci sarà il modo? Andiamo insieme da lui?
Andreàs: Se non si fida di te! Così ci elimina tutti e due…Non parlare…
Tea: Andreàs, gli dirò che invece di eseguire i suoi ordini scrivi le letterine di Natale alla mamma…
Antonio: Che gli hai dato a questa…Straparla…
Andreàs: Questa stronza, ha letto nei miei quaderni.
Commenti
Posta un commento